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15 maggio 2019 Nazionale Progetti

Scuola in Ospedale e Pediatria

L’inserimento della figura del pediatra di libera scelta ad accesso gratuito da parte della famiglia nel sistema sanitario nazionale ha posto le basi per un cambiamento dei percorsi assistenziali. La visione ospedalocentrica sta cominciando ad essere superata e lo sarà sempre di più con l’attivazione e la riorganizzazione dei servizi territoriali coordinati a livello distrettuale in base alle problematiche specifiche di quel nucleo familiare. La salute del bambino (basti pensare in particolare al campo della salute mentale) necessita di un approccio biopsicosociale che superi lo stretto organicismo.

Alla base di questo nuovo approccio, occupa un posto di rilievo la scuola che sta dimostrando la necessaria flessibilità per rispondere ai bisogni di questi bambini e delle loro famiglie. Il pediatra di libera scelta e i Servizi Territoriali, di volta in volta attivati in base alla patologia, dovranno aiutare la scuola nella decodifica dei bisogni reali attraverso un confronto multidisciplinare. Tenendo conto del trand di deospedalizzazione dei bambini affetti da malattie croniche sarà necessario ripensare a un percorso territoriale che sia in continuità con la fase di ospedalizzazione, ma sia rivalutato in base all’evoluzione e al decorso della malattia.

L’attenzione al sistema familiare sarà, inoltre, indispensabile per aiutare la famiglia a riscrivere la propria storia necessaria a ritrovare un nuovo equilibrio. Il passaggio ospedale – territorio e la cogestione delle problematiche emergenti nel tempo sono premesse indispensabili perchè la scuola possa capire come ottimizzare il proprio ruolo.

Riteniamo che la formazione sia la chiave di volta per cambiare l’approccio e ottimizzarlo.

Il master di Torino sulla scuola in ospedale rappresenta un ottimo esempio da replicare su tutto il territorio nazionale.

L’Associazione Culturale Pediatri è disponibile a collaborare sia in ambito della formazione pediatrica che multidisciplinare.

Il progetto Nati per Leggere volto a promuovere la lettura ad alta voce già nelle primissime fasi di vita del bambino, rappresenta un esempio di fattibilità di un progetto di comunità. L’Associazione Culturale Pediatri, l’Associazione Italiana Biblioteche e il Centro per la Salute del Bambino hanno promosso questo programma su tutto il territorio nazionale e nel 2019 compirà 20 anni.

Le evidenze della letteratura internazionale e nazionale a sostegno del programma sono numerose e scientificamente solide. L’American Accademy of Paediatrics ritiene la lettura precoce ad alta voce la più importante azione per l’acquisizione della litteracy. Nati per Leggere ha preso lo spunto dal programma statunitense Reach out and Read ed ha favorito lo sviluppo di altri progetti in ambito europeo. Un importante sviluppo del progetto, rivolto alla fascia 0-6, dovrà in seguito essere in raccordo con la scuola primaria. La precocità del programma resta comunque indispensabile per contrastare le diseguaglianze e per porre l’attenzione sull’importanza della lettura in famiglia.  Le migliori competenze in ambito linguistico sia dal punto di vista recettivo che espressivo si accompagnano a una migliore performance scolastica e pongono le basi per contrastare la dispersione scolastica soprattutto nelle fasce più a rischio.

Per perseguire questi obiettivi è necessario un approccio di rete che veda la scuola sempre più presente. In alcune zone è attivo il dono del libro alla nascita, accompagnato dall’intervento del pediatra di libera scelta durante i bilanci di salute in raccordo con le biblioteche e gli asili nido. Alcuni sottoprogetti sono stati avviati in ospedale in reparti speciali. La collaborazione tra pediatri e sanitari in genere con scuola e biblioteche può rappresentare un grande motore per modificare traiettorie di vita e per non perdere il capitale umano.

Non tutto è realizzato sia sul territorio che in ospedale e il cambiamento sarà possibile solo con una pediatria e una scuola che sappiano collaborare con la flessibilità necessaria che non può che derivare da un ascolto reciproco.

Questo ascolto è peraltro anche la premessa di una scuola che vada oltre l’ospedale e sappia collaborare anche con il territorio nel rispetto dei bisogni del bambino e della sua famiglia.

Michele Gangemi, past president Associazione Culturale Pediatri

Link: www.natiperleggere.it

Link: www.acp.it

Link: www.quaderniacp.it

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